Io, che "oso" lavorare nel lusso.

Sono svariati giorni che medito sul da farsi in merito ad una faccenda che mi è accaduta recentemente sui social. 

Come molti di voi sapranno (se siete arrivati fin qui probabilmente lo sapete) ho avuto un canale Youtube per tanto tempo. Ed in qualche modo è stato un buon allenamento per diventare un vero e proprio "muro di gomma" di fronte a insulti, critiche, cattiverie varie e consigli assolutamente NON richiesti

Ed è per questo che quando mi è successa quest'ultima vicenda non le ho dato troppo peso.
Poi mi sono detta "cavoli, questo è cyberbullismo bello e buono". E sono anni che se ne parla, anni che andiamo avanti a propaganda anti bullismo nelle scuole, su internet, per le strade. E quindi ho deciso di parlare

Qui di seguito troverete gli screen dei messaggi che ho ricevuto da un (palese) profilo fake di un hater qualsiasi su Instagram. La saccenza e il tono mi hanno fatto partire l'embolo ma ho deciso di rispondergli a tono e garbatamente, perché IO non sono una bulla. IO.
Tenete a mente che, come dicevo poche righe fa, io sono allenata, non direi "abituata" ma quasi a questo tipo di commenti e personaggi, ma poi ci sono anche ragazze più fragili, più giovani, che dopo delle affermazioni del genere da uno sconosciuto potrebbero reagire in modo molto più grave.
LE PAROLE FANNO MALE, ricordatevelo sempre.






E neanche stavolta ho voglia di cancellare il nickname. Perché certe cose vanno mostrate, certe persone vanno denunciate, certi propositi vanno esposti agli occhi del mondo. 

Ecco a voi il 2020 signori. Dove una 30enne culona non può lavorare da Gucci perché secondo certe menti eccelse deve somigliare ad un attaccapanni. Dove evidentemente per alcuni conta più l'aspetto fisico che la competenza e la gentilezza, o il sense of humor e l'empatia.
E sapete quando tutto questo ha iniziato a farmi ribrezzo? Quando ho visto come hanno reagito i miei colleghi: Shock. Allibiti. Scandalizzati. Feriti LORO per ME.
Ho ricevuto sostegno, sia da loro che dall'azienda stessa, dai miei superiori. Da coloro che mi hanno selezionata, assunta, e mi stimano per il lavoro che faccio e per come lo faccio. E questo sono orgogliosa di poterlo dire.
Lavoro per delle persone pronte a difendermi, che non sopportano le ingiustizie e la discriminazione. E ne vado fiera.

E sai che ti dico hater dei miei stivali? Forse una denuncia te la faccio fare da loro, visto che vai in giro a dire che hai lavorato per un'azienda che LOTTA per i diritti civili di tutti, contro le discriminazioni, contro la violenza sulle donne, e per tante altre cause. Ecco, io se fossi in Gucci ti farei rimanere in mutande. E no, non quelle di VLTN. 

(estratto dal sito ufficiale Gucci.com)

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